lunedì 21 settembre 2009

La luna sotto i piedi

"Oh tu, che mi guardi così, non sei che il riflesso di lei che vien da lassù"

E’ vero, siamo abituati a vederla con il suo sontuoso e luminoso abito da sera. Intenta a donare il colore al nostro buio serale. A dar luce sia agli innamorati adagiati l’uno sull’altro che agli ubriachi con la loro bottiglia di whisky vuota sulle panchine, a dare la direzione a chi si perde per strada sulle strade poco illuminate.

Lei, che dà un’immagine di tristezza quando la si contrappone al Sole che tutto sorridente e festoso dà il ritmo alle nostre giornate.

Eppure c’è chi dice di averla vista in orbita, che si aspettava una sorta di paradiso, la vera e propria rappresentazione fisica del mondo onirico evocato nonché descritto da filosofi e psicologi. E che invece deluso ce ne rimanda indietro un’immagine piena di bitorzoli e imperfezioni varie.

C’è chi non contento dice che non è lei quella che hanno filmato, su cui astronauti quattro decadi or sono hanno passeggiato per alcuni istanti immortalati e diffusi in tutto il mondo. C’è chi dice che manipolano la nostra informazione, le nostre coscienze per conservare a pochi il segreto di stato o per mascherare la delusione di non aver conseguito un’impresa storica, che “avrebbe cambiato le sorti dell’umanità”. Certo che dopo quello sbarco c’erano da aspettarsi stazioni spaziali, alberghi, viaggi verso mondo remoti e lontanissimi, un nuovo turismo e gli sforzi economici dei più potenti imprenditori protesi verso questo nuovo orizzonte.

Niente di tutto ciò. Eppure ne hanno risentito l’immagine poetica, il fascino che ha ispirato innumerevoli canzoni, quadri, film, libri, le leggende nate da una certa inquietante associazione della luna piena con presunte mostruosità umane.

Io invece la vedo negli occhi di chi ha bisogno di noi, dell’operaio quando rivendica maggiori diritti sul lavoro oppure della signora anziana che ritira la pensione. Ma anche nel pedone di cui spesso prevarichiamo i diritti non fermandoci alle strisce pedonali quando invece lo facciamo passare. Nel sorriso sincero di chi divertiamo con le nostre battute o con i nostri strafalcioni, nello sguardo luminoso di chi ci è grato quando gli facciamo un favore. Nel bambino quando gli insegniamo la poesia della vita (grazie signor G). Nell’artista di strada che allieta le nostre serate senza tante pretese, solo quella di vederla anche dentro di noi, dentro i nostri occhi, la Luna che splende e sorride

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