giovedì 10 settembre 2009

Caro professore (ma anche no...)

Una volta essere professore era possedere un titolo di benemerenza, di rispetto. Oh Dio, incuteva pure timore la parola Maestro, lo ammetto, ma allo stesso tempo parlavi dell’insegnante come di una persona di cui fidarsi, dalla quale non ti saresti mai potuto aspettare che ti facesse del male.

Ed essere insegnante significava anche essere ben retribuito rispetto alla media delle persone.

C’era chi guardava alla condizione del docente con invidia: l’italiano medio diceva che in fondo lavorano solo mezza giornata, che hanno tre mesi di ferie. E bla bla bla.

Senza pensare pero’ che hanno una responsabilita’ sulla vita umana cui e’ paragonabile solo quella dei medici (e degli infermieri assieme a loro) e dei genitori.

A parte il fatto che non e’ vero che lavorano mezza giornata: mezza giornata serve per fare lezione, l’altra meta’ per prepararla, per fare consigli di classe, per correggere gli scritti. E non e’ vero nemmeno che devono fare tre mesi di ferie.

Ma poi vogliamo considerare gli effetti di cattivi maestri? Soprattutto quelli della scuola elementare...Sono gli insegnanti che cominciano a modellare la forma mentis della persona, di quella che sara’ presumibilmente la classe dirigente del futuro o comunque quella che dovra’ spendere sangue e sudore nel proprio lavoro per portare a casa quattro soldi e mantenere cosi’ la propria famiglia, con tutti i bisogni e gli eventuali capricci che i bambini portano con loro.

Quello che mi chiedo e’ come mai il mercato oggi non tenga conto di questo. Quello che mi chiedo e’ per quale motivo la maggior parte degli insegnanti guadagna intorno ai mille euro, anche in grandi citta’ dove il costo della vita e’ piuttosto elevato. Me lo chiedo anche perche’ sarebbe stato il sogno della mia vita fare questo mestiere ma proprio per questo ho dovuto rinunciarvi.

E mi chiedo per quale motivo ogni volta che lo Stato e’ costretto a chiedere soldi in piu’, il primo settore in cui taglia sia sempre la scuola. Per questo non ho soluzioni, a parte riconoscere che il liberismo selvaggio e’ stato un fallimento.

Io dico grazie soprattutto alla scuola e ad alcuni docenti illuminati (non troppi peraltro) che hanno accompagnato la mia formazione dalle elementari alle superiori se oggi ho i mezzi per essere libero di ragionare senza farmi imboccare da mezzi come la televisione, che qualcuno vorrebbe far diventare la balia dei nostri figli.

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