martedì 1 settembre 2009

Crescita e libertà

Crescere è saper guardare l’altro negli occhi.

Senza aver paura di cosa possa pensare, senza dover necessariamente entrare in competizione. In una società sana la gara ha senso solo in termini sportivi, in una società in salute tutti gli esseri viventi riescono a procurarsi i mezzi per sostentarsi solo uscendo di casa.

La vita è incontro e lo scontro è la cosa meno naturale che ci sia. Le calamità naturali vanno affrontate tenendo in mente che possono servirci e che non necessariamente debbano tornare a nostro svantaggio.

Parlo di noi e di nostro come se al mondo gli esseri umani facessero tutti parte di un solo gruppo: appunto, gli esseri umani. Ed è così e solo pensando che ciò sia vero possiamo vivere meglio. Vivere meglio significa stare tutti noi bene. Nessuno escluso.

Crescere è trovare la libertà di dire quello che vogliamo a patto che non intacchi la tensione alla vita e alla libertà di qualunque altro essere umano. Si dice che la mia libertà finisce là dove comincia la tua: e nulla è più vero di ciò, abbiamo tutti gli stessi diritti e la civiltà si fonda sulla percezione dell’altro, dei suoi bisogni e dei suoi desideri.

Non è libertà arrogare a sè il diritto di non riconoscere il diritto di esistere a chi è diverso da noi. Non è libertà respingere indiscriminatamente l’immigrato o insultare e addirittura picchiare i gay. Non è nemmeno libertà trovare innumerevoli scappatoie legali per non pagare una multa o per evadere le tasse. E d’altra parte non è nemmeno libertà che le leggi possano essere soggette ad equivocazioni o comunque a molteplici interpretazioni. Un popolo libero non ha bisogno di avvocati semplicemente per interpretare il testo di una legge, ma la capisce perché è quello lo scopo di un testo scritto per il bene della gente che ne deve fruire i contenuti.

Crescere è sentirmi libero di gridare volta per volta la mia gioia o il mio dissenso.

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