Il gusto individuale è qualcosa di indefinibile. Non si capisce a quali regole obbedisca e spesso non può nemmeno essere definito coerente con sé stesso.
E’ vero che gli antichi dicevano “De gustibus non disputandum est”. Cioè non si possono innescare diatribe sulla base di un gusto per qualcosa.
Eppure però si definisce un buono ed un cattivo gusto. Ci sarà un motivo se un quadro di Picasso vale infinitamente più di un disegnino che posso fare io che non sono nemmeno tanto bravo. Ma senza fare questi paragoni decisamente assurdi chi potrebbe dire che una canzoncina di Gigi D’Alessio ha un valore artistico oggettivo superiore al Requiem di Mozart? E, uscendo dal campo artistico, chi direbbe mai che Rosa Russo Iervolino sia più bella di Monica Bellucci?
Ecco, sono stati definiti e discussi dei canoni del bello da un’intera letteratura di filosofia, da Aristotele ad Adorno e forse ancora oltre. E in base a quelli scegliamo di vedere un film anziché un altro, anche se in questo caso c’è di fondo un pregiudizio, naturale perché non possiamo certo spendere tutto il nostro stipendio né gran parte del nostro tempo per vedere tutti i film.
Spesso infatti ci sentiamo dire “Bello quel film”, dopo che scegliendo i film da vedere abbiamo scartato proprio quello. A quel punto potremmo ribattere: “Non mi interessa”, cui seguirebbe un commento del tipo “Ma l’hai visto?”. Scusami, ma io vedo tutti i film del mondo? Ecco perché dico che alla base del gusto c’è sempre un pregiudizio di fondo.
Altra questione: il gusto è del tutto scevro da manovre o da strategie di mercato? Io penso di no. C’è sempre un’elite di persone che decide quale pezzo deve essere proposto in radio o in televisione e queste decisioni spesso sono frutto di riunioni a tavolino e dettate dalle mode, per cui diventa molto difficile proporre qualcosa di veramente innovativo. Questo è il motivo per cui ad esempio Eros Ramazzotti fa le stesse canzoni da più di 20 anni eppure ha uno stuolo di fan che non finisce mai. D’altro canto se non esiste alcun programma televisivo o radiofonico che promuova la novità, l’utente medio non potrà mai riuscire a fruirne.
Questi sono tanti dei motivi per i quali a livello artistico il progresso è parecchio lento. A meno che non crediamo davvero che Internet, con le sue immense potenzialità e con le magnifiche innovazioni che ha portato nell’ambiente dei media, si faccia carico di promuovere l’arte senza farla passare attraverso il setaccio di personaggi con un occhio al prodotto e l’altro al portafogli, per cui vendere un quadro di Mirò è come vendere una partita di detersivi.
Un mio amico diceva qualche settimana fa: “Per informarsi su Internet occorre lo stesso sforzo che ci vuole per pilotare un aereo, per informarsi in tv lo sforzo invece è pressoché nullo”. Non aveva tutti i torti, almeno per come vanno le cose attualmente. Però io sono convinto e nessuno mi toglie dalla testa che Internet ci aiuterà a costruire un mondo nuovo.

Il discorso e' rischioso.
RispondiEliminaSe al posto di "gusto artistico" mettessi "canone di scelta" e lo proiettassi allo stesso modo sulla realta', cosa otterresti?
Luigi
Luigi scusami ma non sono sicuro di aver capito l'obiezione. La mia riflessione non ha già un riferimento alla realtà?
RispondiEliminaQuindi per te il "canone della scelta" e' allo stessso livello del "gusto artistico": se "non e' bello cio' che e' bello, e' bello cio' che piace", e i due canoni sono equivalenti, allora sono libero di scegliere cio' che preferisco senza che altri possano rifiutarsi di darmi ascolto perche' ritengono la mia posizione inconcepibile.
RispondiEliminaEcco a cosa tendeva la mia domanda, che pongo nuovamente: secondo te, il "gusto artistico" ed il "canone di scelta" sono sullo stesso piano concettuale?
Ovvero: posso dire "questo mi sembra giusto" con lo stesso riconoscimento ed il medesimo diritto di espressione di quando dico "Questo mi sembra bello", senza per questo essere tacciato di "scarsa capacita' visiva" o di "inettitudine a percepire la realta'"? :-)
Luigi
Mmm forse ora ho colto...Anche se per me i due concetti sono equivalenti perché alla fine io scelgo quello che mi piace, non quello che penso che sia bello. Fermo restando che a volte mi rendo conto che quello che piace a me non è di buon gusto secondo i canoni della bellezza, ma è un piccolo neo come quelli che abbiamo tutti :D
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